Una famiglia livornese

ci insegna la Storia.

"La famiglia Favaìni/Livorno Story" è un libretto a fumetti realizzato nel 2004 e del quale sono state distribuite gratuitamente a Livorno ben 30.000 copie. Racconta, con strisce umoristiche e raffinate illustrazioni a pennino, la storia della nostra città dagli inizi leggendari all'immediato dopoguerra.

Per chi non l'avesse mai letto, o l'avesse perduto, ne pubblicheremo in questa pagina alcuni estratti, una striscia alla settimana.

Chi fosse interessato all'opera completa, può trovarla alla
Libreria Erasmo in viale degli Avvalorati 62, al prezzo di € 7,50.

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Capitolo I - La leggenda

Sul villaggio di pescatori sorto forse in epoca romana sulla costa tirrenica in una zona paludosa a poca distanza dal porto di Pisa, non esistono dati storici certi. Solo Rutilio Namaziano, scrittore pagano vissuto nel V secolo, parla di una cala naturale sulla cui spiaggia i romani eressero un villaggio.

Il resto sono ipotesi che sconfinano nella leggenda, come quella di un Ercole dal labbro smisurato...

Capitolo II - La contessa Matilde

Storicamente, Livorno nasce con la costruzione del Mastio di Matilde, così chiamato dal nome della Contessa di Toscana che ne volle la realizzazione. Infatti è proprio nell’Anno Domini 1076, con l’edificazione della grande torre che poi sarà inclusa nella Fortezza Vecchia, che cominciano ad accumularsi le notizie sul porto toscano e sulle vicende politiche e sociali che lo riguardano.

Capitolo III - I genovesi alla Meloria

Quello che va dal 1119 al 1421 fu un periodo buio per Livorno, che passò da un padrone all’altro e da una distruzione alla successiva. Però la tenacia dei labronici, che ogni volta ricostruirono quello che era stato demolito, fu alla fine premiata, anche perché quanto più decadeva il porto pisano tanto più lo scalo di Livorno acquistava importanza strategica e cominciava a far gola a molti...

Capitolo IV - Arrivano i Fiorentini

Il passaggio sotto il dominio di Firenze avvenuto il 27 giugno 1421 non mise fine ai problemi né alle sofferenze dei labronici che dovettero fronteggiare pestilenze e la convivenza con ogni genere di delinquenti attirati dalle leggi che garantivano l’impunità a chi si stabiliva a Livorno. Fu comunque l’inizio della trasformazione del villaggio prima in effettivo castello e poi in città “ideale”.